martedì 6 settembre 2016

Più Pomerania!

(...scusate: i temi sul tavolo sono tanti, mi servo di alcuni di voi per evidenziare quelli che mi sembrano più rilevanti. L'osservazione di Pietro mette in evidenza un punto cruciale, da noi più volte discusso e che oggi torna di attualità: il modo in cui gli equilibri politici interni della potenza egemone condizionino l'assetto politico complessivo del progetto. Come dicevo oggi a un giornalista, e come ripeto fin dal tempo del Tramonto dell'euro, è chiaro che la menzogna del Nord, cioè l'aver dato la colpa della crisi alle cicale del Sud, anziché compartirla con le banche del Nord che prestavano dissennatamente, forza politici ed elettori del Nord su traiettorie divergenti dal progetto europeo: il politico che vuole farsi votare dovrà necessariamente assumere posizioni intransigenti, che non facilitano la mediazione dei processi politici e la condivisione dei costi. Questo è solo uno dei modi in cui il progetto europeo viola il principio di uguale rappresentanza elettorale. Un elettore della Pomerania vale più di un elettore della Lombardia, e d'altra parte la Lettonia ha un commissario, ma la Catalogna no. Inutile negarlo: se il progetto non sta in piedi, è perché è zoppo...)




Pietro ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "La dignità":

Volevo condividere una riflessione.


Adesso vediamo come valgano più qualche migliaio di pomerani che qualche centinaio di milioni di elettori del sud Europa. Nessuno in Italia vuole l'austerità (a parte Monti probabilmente), e lo stesso per Grecia, Spagna, Portogallo. Eppure per la "democrazia" europea questo non ha avuto nessun significato, la maggiore responsabile di quelle politiche è rimasta salda al suo posto per quasi 10 anni senza avere nessun tipo di ripercussione.

Poi basta che qualche percento di elettori del Land più piccolo della Germania, in una elezione locale, cambi intenzione di voto e puff... magicamente la seggiola traballa, si parla persino di cambiare la leadership e le politiche europee sull'emigrazione. Ma possibile (nel senso, sì, ce lo saremmo anzi aspettati) che di queste piccole sottigliezze me ne accorga io e non venga fatta una riflessione da questi cosiddetti "intellettuali"? Dove sono quelli che urlavano alla dittatura perché "lui" controllava i media e creava un problema democratico (quando comunque la gente lo votava)?

Al di là delle nostre giustissime battaglie, qualcuno di quelli in disaccordo con noi per ogni nostro pensiero, si è chiesto chi ha votato per le politiche di austerity? Questo addirittura viene prima del resto, dovrebbe essere cultura democratica condivisa. Ed é quello per cui fino a qualche anno fa si facevano le rivoluzioni.
Il popolo europeo non esiste, perché non siamo tutti uguali: il voto di un pomerano (se si chiamano cosi') vale 1000, 1 milione, 60 milioni dei nostri. Noi non potremo mai cambiare le politiche in Europa. I pomerani sì.

Postato da Pietro in  Goofynomics alle 5 settembre 2016 23:33




(...giusto, ma non vorrei che passasse il messaggio di un Berlusconi "keynesiano". L'austerità avrebbe fatto gioco anche a lui. Se è stato rimosso nelle note modalità è perché chi aveva scritto la famosa lettera programmatica pensava che il suo consenso fosse usurato, o si sarebbe usurato rapidamente una volta portati a termine i primi punti di quel progetto che invece i governi sedicenti progressisti hanno potuto portare a termine indisturbati, facendo leva sulla logica dell'appartenenza. Insomma: Berlusconi l'austerità non l'ha fatta non perché non volesse, ma perché "colà dove si puote" pensavano che non ci sarebbe riuscito. Questa mi sembra la linea interpretativa più coerente col divenire storico. Dal mio punto di vista di sinistra, quello che trovo inaccettabile sono state le modalità della sua rimozione. Io non lo avevo votato, ma a differenza di tanti altri che considero poco avveduti non ho gradito la sua deposizione a colpi di spread - e credo che, con il senno di poi, ora che a tutti è chiaro e tutti ammettono che il debito pubblico non era il problema, come ci siamo detti mille volte e come ormai è dato unanime, qualcuno dovrebbe farsi una domanda e vergognarsi un po', almeno in privato, di certi atteggiamenti. Fra l'altro, è probabile che Renzi possa fare presto una fine analoga - ma non so se questo basterà ad aprire certi spiriti. Dove ci avrebbe portato tenere elezioni democratiche non lo so. Temo da nessuna altra parte. Però, ecco: Berlusconi santo anche no...)

35 commenti:

  1. Berlusconi santo anche no. Soprattutto perché l'austerità è passata anche con i suoi voti, anche se lui ha fatto sempre finta di stare all'opposizione.

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    1. infatti

      ricordo quando all'indomani dello scandalo Parmalat elogiò L'€ per aver consentito di contenere gli effetti di un disastro finanziario. Come se la rapina ai danni dei piccoli risparmiatori che avevano acquistato incautamente (consigliati dal funzionario della loro banca di fiducia immagino) azioni di quella società non costituisse di per se un disastro.
      Ancora molti anni dopo da Santoro , non ricordo se la letterina della BCE gli fosse stata recapitata o meno si sperticava per il "più €uropa" solo per essere immediatamente fermato da una avvenente quanto ferma imprenditrice del NordEst che lo ammutoliva rinfacciandogli l'inanità di questo assunto.

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  2. Solo una domanda, siamo sicuri che la rimozione di Berlusconi "manu militari" sia avvenuto perchè ritenuto non in grado di perseguire le politiche di austerità e non perchè magari stava per toccare un argomento tabù? Mi riferisco all'Euro: se ricordo bene, si disse che negli incontri privati Berlusconi avesse accennato alla volontà di rinegoziare i termini di appartenenza dell'Italia all'UE (se non mettere in discussione l'Euro stesso)... praticamente una bestemmia (e minaccia mortale) per eurocrati ed euristi.

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    1. Se fosse vero, sarebbe stato un progetto folle per gli interessi (che qui sappiamo che in realtà non lo sono affatto) delle sue aziende, infatti abbandonò perchè consigliato da amici "fidati" e parentame, che pensavano più a Mediaset (interesse a breve) che all' Italia.
      Comunque, H. W. Sinn, che non è pazzo, lo disse chiaramente nel 2013 e la cosa è stata confermata da L. Bini Smaghi e credo che sarebbe opportuno ed interessante, quando non ci sarà più l' euro, approfondire la questione.

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    2. Berlusconi ha sempre avuto l'accortezza di comunicare subliminalmente una certa distanza dal progetto europeo e dalle sue regole più assurde. Questo gli ha fatto accumulare un capitale politico non indifferente. Tuttavia la sua visione del mondo è estremamente offertista ("m'ha detto micuggino che in Macedonia va tutto bene perché le tasse sono basse") e quando avrebbe potuto contrattaccare ha preferito nazarenare. Capisco tutto (la stanchezza, i figli, ecc.), ma non mi nascondo che il problema è principalmente ideologico. Questo si capisce parlandoci. Diverso è il caso di Salvini...

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    3. (nel senso che quest'ultimo è meno ideologico: intellettuali di SI insospettabili, avendo ascoltato Salvini a un convegno, son venuti a dirmi robe tipo "ma il suo programma economico è keynesiano!", o "il problema di Salvini è che se non parlasse di ruspe lo voterei!" Frasi testuali che vi riporto senza prendere posizione e senza dire chi le ha dette, per ovvi motivi. Anche lì, però, tranquilli: lui va avanti con le ruspe (non so perché), mentre per la maggior parte di SI certe cose non si possono dire perché sono un tema della destra. Succede anche all'estero: guardatevi questo spettacolare articolo di Maximilian Forte su come la sinistra abbia dimenticato il rapporto fra immigrazione, sfruttamento e capitalismo.

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    4. Pur non dubitando delle parole di Sinn e Bini Smaghi, io ricordo che un annetto prima di essere accompagnato alla porta, il Berlusconi, si era addirittura vantato di aver salvato l'euro (e l'Europa). Ricordo personalmente di aver visto una conferenza stampa al telegiornale dove lui, in compagnia di Tremonti, affermava che loro due avevano salvato l'euro.

      Ho trovato una testimonianza qui:

      http://www.blitzquotidiano.it/economia/piano-salva-euro-berlusconi-meriti-accordo-367830/

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    5. Bello l'articolo di Maximilian Forte, grazie. Non sarà arrivato il momento di scrivere "Il tramonto della sinistra" o (meglio?) "La sinistra può farcela" ?

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    6. @Wendell Gee;
      debbo dirti che oggi, ricordo molto poco di questi aspetti, del problema euro, di maggio 2010 e dei reali problemi sul tappeto, ricordo bene però, che proprio in quell' anno Tremonti varò tre finanziarie di cui la più corposa, quella di maggio (non a caso) conteneva i tagli lineari ai ministeri, il blocco degli stipendi pubblici e altra robetta, colgo solo, nell' articolo di "bliz q" la dichiarazione di Angela Merkel e quella di Christine Lagarde (allora ministro delle finanze).
      Sul piano è giunto anche il commento della cancelliera tedesca Angela Merkel: “Il maxi-piano è necessario per garantire il futuro dell’euro. E’ opportuno attaccare i problemi alla radice e combattere realmente le cause delle tensioni che pesano sulla moneta unica”, ha spiegato. Con lei anche il ministro francese delle Finanze Cristine Lagarde che ha sottolineato: “Abbiamo serrato le file per poter salvare l’euro”.

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    7. Mi ha scioccato questo passo in particolare, dell' articolo di Forte, articolo che va letto varie volte ed impresso nella memoria; è dirompente! Grazie!
      Thus US students who acquired massive debts to gain degrees in STEM disciplines, will find it increasingly harder to get their heads above water when they have to compete with immigrants for a finite number of positions, or when their salaries drop as the availability of replacement workers increases. What Clinton is proposing is nothing very new: she would be formalizing and making more efficient the already existing realities of competition from foreign white-collar workers (see Munro, 2016).

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    8. Prof, copio un passaggino mica male del M. Forte, (nothing really new here in Goofy):
      "However, given the way immigration has been enmeshed in sustaining neoliberal capitalism, and given the current collapse of neoliberal rule, the left is threatening itself with extinction by following along the tracks of neoliberal politicians. “I won’t vote for a racist or bigot” can easily be translated as “I am saving the oligarchy”. What we may be witnessing in the West then is an even bigger historical turning point than some of us might have previously imagined—where the future will be shaped by the left’s absence from the future. Even if one is less pessimistic, the left could amount to little more than a residue, a legacy, that occasionally appears in the form of various surface appearances or a series of phrases and motifs, rather than a substantial social force."

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    9. Ma poi, tutti 'sti lavoratori sottopagati, stranieri ed italiani, non faranno la revolución?
      ...
      Libertà: "mio padre dice che le masse proletarie si uniranno e faranno la rivoluzione".
      Mafalda, eccitata: "Ah sì, e quando?".
      Libertà: "quando è seduto in salotto, a volte lo dice".

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    10. E proprio come il Prof, pure il nostro Max Forte e' afflitto da quelli che "il terzo mondo e' povero perche' tu sei ricco". Proletari e classe media non sono ricchi perche' fanno impoverire il terzo mondo, poi, anche se fosse, 'tacci loro. La solidarieta' imposta (sempre e solo ai soliti) profuma di Mosca anni '30 del secolo scorso.

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    11. @ALBERTO49
      Hai ragione a sottolinearlo. Io mi ricordo un altro particolare divertente. Al momento di varare la prima di queste finanziarie Berlusconi, che capiva l'effetto negativo che avrebbero sul suo elettorato, ha provato a scaricare la responsabilità di quelle scelte su Tremonti. Poi, al momento di varare il provvedimento inviò il testo (senza firmarlo) direttamente alla firma del Presidente Napolitano, il quale lo rispedì a Berlusconi che se ne doveva assumere la responsabilità politica.

      L'idea che io mi sono fatto è che il Berlusca ha pensato di cavarsela concedendo qualcosa in termini di austerità ma che questo non è bastato. A quel punto la soluzione migliore è stata quella di farla fare a qualcun altro. Tutti contenti (tranne noi).

      Solo la Lega si rifiutò di appoggiare il governo Monti. Un suo deputato ha raccontato come i funzionari europei tentarono di convincerli ad appoggiare il nuovo governo:

      http://www.byoblu.com/post/2012/09/27/LA-PROVA-DEL-GOLPE-E-stata-la-troika.aspx

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    12. @Wendell Gee
      il motivo di attrito tra Lega e Berlusconi fu la riforma pensionistica, il punto n° 1 dell' agenda della Troika applicata da Monti. Mario Draghi, il cattolico Draghi, era appena arrivato all' eurotower.

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  3. Cavajerenero, torniamo un pochino al tema economico più che sociologico.
    Faccio una domanda solo all'apparenza banale.

    Il principale timore del contribuente tedesco è quello di dover versare marchi, volevo dire euro, a noi "terroni" (Italia, Grecia e così via), a cagione del nostro elevato debito pubblico (sottolineo pubblico).

    Comprensibile, anche se miope.

    Ecco la domanda: ma che gliene fotte, ai tedeschi, del debito pubblico degli altri stati?

    Essendo stato sancito nei fati (non si sa bene in forza di quale mandato, ma tant'è) che un Paese dell'eurozona è solo davanti al mercato, che deve indebitarsi a tassi di mercato (spread);
    sono cazzi suoi se ha problemi;può addirittura fallire e la BCE interviene, ma anche no,
    che gliene fotte?


    Ora, presumo, risponderà che se l'Italia va a picco le banche tedesche andranno nel panico e i tedeschi dovranno ri-salvarle coi loro marchi, volevo dire euro.

    Ma non si era detto che erano già "fuggiti" dal mercato italiano?

    ---
    Sotto il profilo politico-sociologico vorrei sottolineare che un luogo c'è, o
    meglio ci sarebbe, ove stabilire se procedere con le politiche di austerità oppure no.
    Si chiama(rebbe) "Parlamento europeo".

    Certo lo so non serve a nulla, è tutto nelle mani di Commissione (per inciso il mito Juncker?), dei governi
    e (oggi scopriamo) degli elettori pomerani.

    Non andrebbe, banalmente, riformata QUESTA parte dell'Europa, cioè le decisioni le piglia il
    PARLAMENTO europeo, dove ci sono greci, italiani, lituani e tedeschi, insomma (in senso lato)
    il popolo?

    Sennò altro che chiusura del Senato, chiudiamo il Parlamento Europeo (e le sue sedi) siccome palesemente inutile.

    Sciao

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    1. Franco, te lo dico con grande delicatezza (suppongo invece che Barrank Obama sclererà): qui l'agenda non la detti tu, per ovvi motivi, e io con te non voglio parlare. Non è che tu dica cose sempre imprecise, e non è nemmeno che esse siano sempre banali (quasi sempre, ma non puoi saperlo perché sei qui da poco). È solo che mi repelle epidermicamente il tuo modo di porgerti. Non è una valutazione negativa sulla tua persona. Sono convinto che tu sia un'ottima persona, tanto più che cerchi di approfondire, venendo da un retaggio ideologico molto distante dal mio. Ma se il tuo umorismo mi fa ridere come quello di Charlie Hebdo cosa posso farci? Quello che faccio con Charlie (o con i Deschiens): ti rispetto, ma non ti compro.

      Sono stato chiaro? Ci possiamo lavorare?

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    2. "Il principale timore del contribuente tedesco è quello di dover versare marchi, volevo dire euro, a noi "terroni" (Italia, Grecia e così via), a cagione del nostro elevato debito pubblico (sottolineo pubblico).". Le bbasi (cioè i dati), dicono un’altra cosa.
      Prendiamo il settore pubblico di AT, B, F, DE, IT, NL, ES. A dicembre 2009 l'esposizione "alla Grecia" dei settori pubblici dei succitati paesi era pari a: 0,00mld euro. L'esposizione del settore bancario dei succitati paesi verso la Grecia era pari a: 153mld $ (107mld euro cambio del tempo), con picchi di 78,78mld $ per banche F, 45mld $ per banche DE, 12,21mld $ per banche NL, 6,86mld $ banche IT. Ricordiamo che qui si è ampiamente discusso che la causa della crisi greca deriva dal settore privato, il loro quindi era un problema di debito privato, non pubblico.
      Bene: fatte queste premesse vediamo la situazione a dicembre 2014. L’esposizione del settore pubblico dei succitati paesi "alla Grecia" è pari a: 204mld euro, con picchi di 61,74mld euro per Germania, 48mld Francia, 40mld Italia, 27mld Spagna. Mentre l’esposizione del settore bancario è pari a 18,15mld $ (15mld euro con cambi dic. 2014), con picchi di 13mld $ per DE, 1,81 mld $ per Francia. Praticamente si è effettuato un salvataggio pubblico (con i soldi di tutti gli Stati, tra cui 67miliardi divisi fra Italia e Spagna) a vantaggio dei settori bancari di F, DE, NL . Chi ha salvato chi quindi?

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    3. @Flavio.
      Al netto dei dati, che ti do per buoni, per quanto mi riguarda il punto è: COME si convince l'elettore pomeranio (e di riflesso il suo/a Cancelliere/a) che non son cazzi suoi, se l'Italia fa l'unica cosa logica da fare, ovvero aumentare sensibilmente la spesa pubblica (deficit), tagliando ad esempio selvaggiamente le tasse?

      Citando un certo incapace "questa non è la contabilità di casa", non si può ragionare come buona massaia germanica.

      I suoi sudati marchi\euro se li può tenere, basta che non rompa i coglioni con le nostre lirette\euro.
      Fino a quando il "popolo" tedesco (i suoi capi, perchè in Germania vanno chiamati col loro nome, magari con la k) non si convincerà di questo, ritengo essenzialmente impossibile riuscire a far qualcosa di meno idiota di tagliarci ("slashing" dice il Nobel) le palle da soli (per chi le ha, ovviamente).

      Compendiando: Renzi vai in Europa e dillo chiaro "noi aumentiamo le spese quanto ci pare -chiedere al pescelesso Hollande- e non ci scassate il cazzo, chè qua di Cavajerineri(azzurri) ne abbiamo parecchi, e dei vostri marchi non abbiamo necessità".

      Procedura di infrazione? Sono i casi della vita, fatela: a pagare e morire c'è sempre tempo.

      @Cavajerenero:"e io con te non voglio parlare"
      Vabbè professò, bastava dirlo, colgo il davero sottile messajo e me ne vado a 'ffanculo.
      Buon proseguimento.

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    4. "COME si convince l'elettore pomeranio (e di riflesso il suo/a Cancelliere/a) che non son cazzi suoi, se l'Italia fa l'unica cosa logica da fare, ovvero aumentare sensibilmente la spesa pubblica (deficit), tagliando ad esempio selvaggiamente le tasse?"

      Forse, dopo un trentennio di balle spaziali, di tagli ai salari, di mancette, di tagli alle tasse per le grandi aziende ed aumento per i poveracci, di trickle down che nella realtà è solo tricky e non trickle, forse, dico forse, dicendo ciò che in politica sembra far più male di un pugno in faccia, e cioè la pura e sacrosanta VERITA'? Ah beh, ma tranquillo che so già di essere un illuso.

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  4. A parità di austerità in ciò che avvenne nell'estate autunno 2011 è pesato forse più Il 15 febbraio 2011 Medvedev quando arriva a Roma per firmare un accordo Eni-Libia-Gazprom di impatto mondiale e lo stesso giorno a Milano viene depositato il rinvio a giudizio per Berlusconi per il caso-Ruby e Bengasi si ribella al Colonnello (cit G.Micalessin -Il Giornale).
    Per la tesi che vede l'austerità strumentale all'€ strumentale questo a sua volta ad un conflitto internazionale più ampio.

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  5. Applausi Pubblico Versiliana e Pomerano di turno (forse OT).

    Mi scusi se ci torno, ma questa riflessione è maturata in ritardo. Cestini pure e nel caso perdoni il tempo rubatole per leggere.
    Perché hanno applaudito un progetto PALESEMENTE contrario ai propri interessi?
    -Non hanno capito, sicuramente per alcuni è così. Oppure?
    -Hanno capito o forse INTUITO, ed applaudono proprio per questo:
    sono piddini “benestanti” o che si ritengono tali, consapevoli del fatto che tale loro status NON è frutto del lavoro o delle proprie qualità, ma solo del caso o conseguenza della classe sociale di nascita. Stato di relativo benessere vissuto quindi come un colpa-debito (Schuld come Lei ci ha fatto notare) da espiare a suon di austerità imposta dal pomerano di turno.
    Ripetono il mantra “abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità” perché giudicano le possibilità di TUTTI dal punto di vista delle LORO possibilità, dei loro “talenti”.
    Probabilmente chi raggiunge e mantiene il proprio stato, qualunque esso sia, con fatica e sfruttando e spremendo allo spasimo i propri talenti sente invece – come è – la austerità come un furto e MAI applaudirebbe.
    Ancora un GRAZIE.
    Fabio

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    1. Le ragioni possono essere molte (perdonami se rispondo a una domanda che, evidentemente, non era diretta a me). Alcune le hai citate tu, ignavia, non conoscenza del problema, ecc. Ma in fondo io credo che si applaude per il meccanismo di empatia citato da Massimo qualche post fa: io compro Il Fatto, un giornalista del Fatto dice delle cose, quelle cose sono piu' o meno in linea con il mio frame, la folla si identifica con lui, io mi identifico con la folla, applaudo manifestando il mio consenso

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  6. Il Maclemburgo-Pomerania ha 1 596 505 abitanti. La Grecia, unico paese in cui un popolo della periferia e' stato chiamato direttamente ad esprimersi sulle politiche imposte dalla moneta unica, ne ha 10.858.018. Il rapporto tra le due popolazioni da un rapporto di 6.8 greci per tedesco. Ora ai tempi delle fosse ardeatine fu applicato un rapporto di 10 italiani per un tedesco. La situazione e' migliorata. Non capisco perche' vi lamentate. L'Euro ci fa contare quasi il doppio (47% in più) a noi popoli della periferia, perche' tanto livore?

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  7. Mi consenta: la situazione sarebbe migliorata se il voto dei greci fosse stato preso in considerazione.

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    1. I greci Tzippras l'hanno votato prima e dopo la sceneggiata estiva delle notti insonni con la troika, quindi dal punto di vista formale il voto è stato perfettamente preso in considerazione. Nella giusta considerazione che deriva da quanto può far male a chi comanda (cioè la Germania) il voto di un greco, cioè parecchio meno di quello di un pomerano.
      Magari ai greci, non diversamente che agli italiani, invece che raccontare le favole con gli elfi buoni che sbattono i pugni e gli orchi cattivi che girano con le carriole di carta straccia, bisognerebbe prima spiegare che Euro=austerità, chi ci guadagna e chi ci perde, e poi farli votare.
      Immagino che in Grecia la propaganda sia ancora più spudorata di quanto sia in Italia.

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  8. No mi scusi, vincono sempre loro, e questo e' normale. Il punto e' che per saziare la loro hubris ci vogliono proporzionalmente meno vite "sporche".

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    1. Scusami tu (passerei al tu, il "mi consenta" era solo una citazione): il senso della tua ironia l'avevo colto, e anche molto apprezzato.
      Il mio voleva solo essere un rilancio ulteriore, ovvero: il rapporto altri/tedeschi si sarebbe effettivamente abbassato se il voto di quei 6,8 greci avesse contato qualcosa, come sarà per quello di 1 pomerano; ma siccome il voto dei 6,8 greci non è valso nulla, direi che non si capisce bene dove oggi si attesti il rapporto. Tutto qui.

      Odio quando le battute mi escono male... sorry.


      @ Giunio Costantini: sono d'accordo.

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    2. "Tutti i Balcani non valgono le ossa di un solo granatiere di Pomerania" (principe von Bismarck)

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  9. Non sarà, quella di @Matteo Iagatti, un'ironia un poco difficile da percepire?

    Se sì, ho capito, se no, no.

    Saluti!

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  10. il provlema e' tutto politico. Se la Germania volesse cooperare coopererebbe gia', e se la elite italiana avesse voluto fare fronte comune con la classe subalterna, non avrebbe ricorso all'euro per abbaterne il potere d'acquisto. Il problema e' politico, non tecnico, e deriva da un errore di prospettiva, da vista micro, che si dimentica dei conti della SStoria (vista macro). Tutti sono prigionieri della propria menzogna perche' hanno affrontato nel modo piu' efficiente (per loro) possibile un pezzo del problema.
    Il politico tedesco demonizzando l'europeo del Sud (il leghista d'un tempo, ma come ricordava il De Crescenzo degli anni migliori, si e' sempre meridionali di qualcun altro), l'industriale con gli operai, l'autoctono con gli stranieri. Ma e' sempre la stessa, l'eterna lotta: la spartizione della tirta comune.
    Ora il tema e' per tutti i propagatori di menzogne trovare la soluzione elegante per venirne fuori. E questa non sara' dire la verita'. L'outing di Zingales mi sembra piuttosto in linea con la politica estera USA di questo momento: non abbiamo la piu' pallida idea di come gestire il problema, facciamo un tentativo. Per la Troika ci passeremo, ricostituita ad hoc dopo il disastro Grecia... non so. Ma alla fine la bugia ultima, definitiva per lo sganciamento, sara' incolpare il nazionalismo tedesco. L'UE il sogno bello e impossibile frustrato dalla perfida Hinga. Niente scuse, nessuna resa dei conti. Solo una politica economica diversa e statalista perche' all'oligarchia italiana al potere adesso fa comodo cosi.
    Grazie Professore per il suo intervento, ancora per l'ennesima volta, a stabilire razionalita' nel caos delle bugie travestite di onesta'

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  11. I decisori Teutonici e loro accoliti sembrano sempre più vicini alla scelta fatale : continuare a sostenere l'euro e cioè una situazione di stagnazione economica che finisce per affettare anche le plaghe germaniche, al riguardo la marca Pomerana e la città di Magdeburgo sono state tra le meno interessate dall'ingresso di stranieri ma sono tra le più sofferenti economicamente, e con il rischio di una sempre più crescente impopolarità, o decidere di sciogliere definitamente e pacificamente questa infausta unione con la conseguente rinuncia al surplus commerciale e svalutazione dei propri crediti.
    Un bel problema. Comunque inferiore a quello che dovrebbe risolvere presidente Juncker ,qualora la seconda ipotesi dovesse verificarsi, nel dover tranquillizzare gli abitanti di altri mondi. https://www.youtube.com/watch?v=gJNepCoDJ_4

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  12. Professor Bagnai, a proposito del caso politico delle votazioni avvenute di recente in Meclemburgo e Pomerania, volevo sottolineare una coincidenza storica e chiederle due pareri a proposito. Il 5 settembre del 1774, a distanza di 242 anni esatti e un giorno da oggi, Caspar David Friedrich nacque in una piccola città della Pomerania. Essendo Friedrich il mio pittore preferito, mi sono un poco documentato su di lui e studiando la sua vita ho rinvenuto un parallelismo con quanto sta avvenendo oggi alla politica del Vecchio Continente.
    Quando sua madre, infatti, lo diede alla luce, Friedrich si ritrovò in una provincia popolata da genti tedesche, la Pomerania, appunto, che tuttavia era governata politicamente dal Re di Svezia. Infatti, a seguito della sua espansione, l'Impero svedese si era ricavato un piccolo protettorato su quel tratto di costa baltica storicamente appartenuto alla Prussia, ribattezzando quel luogo: "Pomerania svedese". Il fatto di essere nato “straniero in patria” ebbe delle ripercussioni sul pensiero e sull'arte di Friedrich, nella maniera in cui la sua produzione artistica assunse una forte accezione patriottica e, successivamente, anti-napoleonica. Dal suo punto di vista di docente universitario che ha quotidianamente la possibilità di confrontarsi con giovani studenti in età universitaria, la generazione che è nata e cresce nella progressiva consapevolezza di subire ingerenze economiche da parte dell'Europa, equiparabili a quelle che su un piano politico colpirono la Pomerania di fine '700, e di cui Friedrich prese coscienza col passare dei suoi anni, potrebbe rischiare di avvicinare a convinzioni fortemente conservatrici, oltre che patriottiche, anche le giovani persone più colte e sensibili, che solitamente sarebbero meno influenzabili, come avvenne al pittore Friedrich?
    Secondo punto che le chiedo. Friedrich scelse lo strumento dell’artistica forma del sublime per trasmettere i suoi ideali politici, come quando rappresentò due soldati napoleonici, nella sua opera “Tombe di antichi eroi”, destinati a subire la sconfitta da parte delle forze germaniche. Friedrich trasmetteva così un messaggio ai suoi seguaci, ma nel farlo riusciva a realizzare anche un’opera d’arte. Secondo il suo parere di professore nonché di musicista, il crescente affermarsi dell’euroscetticismo al quale andiamo incontro coinvolgerà anche la cultura come strumento di denuncia dei propri oppositori o si svilupperà seguendo altre modalità, lontane dall’arte?

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  13. Non ho capito se lei intende dire che berlu ha giovato dell'austeritá. No perché a me sembra che b. oggi sia con le pezze nel di dietro.

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  14. Altro che più Pomerania, Mehr Niedersachsen, e lo dice la CDU!

    Mentre i piddini invocano "Più Europa" anche per l'elezione dei rappresentanti di classe (a scuola, naturalmente, cosa avevate capito?), Anghelona loro non ci pensa nemmeno (qui, dal minuto 13:04).

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